Nell’ultimo decennio l’interesse per la genealogia è aumentato a dismisura. Ho visto conoscenti mandare pezzi di sé a riviste americane per avere una collocazione in un albero genealogico, attraverso lo studio del DNA. Negli Stati Uniti la Columbia University di New York ha ricostruito un albero genealogico che include 13 milioni di persone a partire da Cristoforo Colombo, utilizzando i dati raccolti da un sito internet con 86 milioni di persone iscritte, tutte a ricercare il proprio passato.
La genealogia è una vera e propria scienza, che attraverso ricerche di documenti e test del DNA riesce a farci andare indietro nel tempo, a ricostruire la nostra storia personale. Siamo affascinati dalla conoscenza della nostra storia, dalla visualizzazione delle conseguenze del proprio esistere, dal percorso che la genealogia ha tracciato e ha affidato a noi stessi. Si riesce ad andare indietro nel tempo, con la consapevolezza che il tempo continuerà ad andare avanti attraverso di noi, che ci portiamo dentro il bagaglio della nostra storia. Quell’albero stampato sembra darci quel senso di appartenenza che forse è andato perso; scoprire le proprie origini ci fa sentire parte di una famiglia, di qualcosa che è esistito e continuerà ad esistere.
Si trovano molti siti che permettono la registrazione e l’archiviazione di documenti che possono poi essere incrociati con altri già caricati, per trovare persone che hanno in comune un ramo di quell’albero. Magari trovare lo zio d’America.
Personalmente mi piacerebbe risalire indietro sul mio albero genealogico, per scoprirmi erede di nobili francesi o anche sapere che il mio trisavolo era un brigante e la mia famiglia è stata in grado di spezzare la ciclicità degli eventi!
Potrebbe essere veramente un bello spunto per una storia da raccontare nell’argomento TEMPO appena aperto!